24 marzo, 2006

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1 (uno). Torna Carmen Consoli. Torna in tour. In tour per presentare il suo nuovo album. Che non si sa ancora come si intitola. O, almeno, non lo so io. Ma torna Carmen Consoli. La Cantantessa. Partirà da Palermo il 9 maggio. Si fermerà a Londra l’8 giugno. Il comune denominatore di tutte le tappe di Carmen, sarà il fiume. Elemento fondamentale di ogni grande civiltà. Dunque, dal Simeto al Tamigi. E Carmen si intratterrà 2 giorni in ogni città. Per avere occasione e modo di incontrare le realtà più interessanti dei luoghi di soggiorno. Scambio culturale, session con artisti, incontri con intellettuali, studenti e cittadini faranno parte dello scambio tra la Consoli e la città. Come mezzo di trasporto del suo viaggio, la Cantantessa ha scelto l’autobus. "L'autobus è stato scelto – si legge sul suo sito - perché è un simbolo oltre che un mezzo, uno strumento che unisce città e contesti diversi, un luogo d'incontro tra artisti e operatori di differenti settori, un luogo di ristoro, dove la band vivrà durante la giornata. Sull'autobus si terranno anche incontri con i giornalisti che accompagneranno il gruppo e documenteranno il viaggio". Con il progredire del viaggio ognuno di questi incontri diventerà parte del bagaglio di esperienze e conoscenze che Carmen potrà portare con sé nella tappa successiva del suo percorso per rimetterlo in gioco. Da un po’ non si avevano sue notizie. L’ultima “cantata” l’aveva fatta con Ron. Un duetto in Ma Quando Dici Amore, inserito nell’ultimo album, per l’appunto, di Ron. Bene. Buon viaggio, Cantantessa. Ti aspettiamo. Le date (e i luoghi) del tour:

Maggio: 9 Palermo (Palasport) 11 Catania (Palacatania) 13 Napoli (Palapartenope) 15 Roma (Palalottomatica) 17 Firenze (Mandela Forum) 19 Bologna (Palamalaguti) 22 Milano (Filaforum) 25 Madrid (L'Arena) 27 Barcellona (Sala Bikini) 31 Berlino (Kalkscheune) Giugno: 1 Amsterdam (Paradiso) 2 Lussemburgo (Rockhaal) 3 Zurigo (Moods) 6 Parigi (Cigale) 8 Londra (Camden Centre).

2 (due). Origin Of Symmetry. Un capolavoro. Un vero e proprio gioiello. Una meraviglia. Quest’album dei Muse del 2001 non mi stancherà mai. Tragico, passionale, malinconico, aggressivo, graffiante, toccante, triste, mai cattivo… sempre emozionante. Sin dal brano d’apertura, New Born, col pianoforte iniziale cantilenante che anticipa lo sfogo delle chitarre elettriche e la voce straziante di Matthew Bellamy. E si riprende col pianoforte in Bliss e ancora in Space Dementia, dove diventa addirittura inquietante. Stile Genesis. Pianoforte che non manca di risaltare e inquietare nonostante la compressione delle chitarre elettriche. La voce sofferta e in falsetto di Bellamy ricorda e sempre ricorderà quella di Thom Yorke dei Radiohead, a cui i Muse sono sempre stati accostati e paragonati. E in effetti in alcune melodie gli si avvicinano parecchio. Ma i Muse hanno poi (e prima) dimostrato di avere una loro ottima e forte personalità. Che meraviglia sono poi Plug In Baby, Citizen Erased, Micro Cuts, Megalomania… C’è poco da fare. Non mi stancherò mai di ascoltare questo disco. Questo capolavoro.

3 (tre). Richard Ashcroft. L’ho sempre definito un “cantante da viaggio”. Da ascoltare come colonna sonora di spostamenti in macchina. In una bella giornata di sole. Una giornata di quelle spensierate, finestrino aperto, capelli al vento e caldi colori intorno. Keys To The World, suo ultimo disco, mi dà personale conferma dei miei personali pensieri. È musica tanto spensierata quanto “Brit-Pop”. In quest’album molto vicino, come stile, a Robbie Williams. Allegro il brano d’apertura, Why Not Nothing?, graffiante la 2 traccia, Music Is Power, dolce la 4 traccia, Words Just Get In The Way, intima la traccia 6, Sweet Brother Malcolm, riflessiva la traccia 8, Why Do Lovers? (in pieno stile Ashcroft), molto jazz la bonus track, 75 Degrees. In complesso un album piacevole. Da tenere sempre a portata di mano per un breve viaggio. Senza whisky e senza incenso. Altrimenti si deve cambiare musica. Sobrio, ecco. Ho trovato l’aggettivo più adatto per Keys To The World e per Richard Ashcroft.

4 (quattro). Ho finalmente visto The Dreamers – I Sognatori di Bernardo Bertolucci. Ambientato nella Francia del ’68, tre giovani studenti (due maschi e una donna) si recludono in casa per poi uscirne solo nel momento in cui l’onda della rivolta non potrà escludere nemmeno loro. La massa di rivoltosi passerà proprio sotto la loro dimora, “costringendoli” così ad uscire dal loro nido. Nido d’amore. I tre ragazzi infatti si amano. Un fratello e una sorella (gemelli siamesi) e uno studente americano. Parlano e sognano di tutto. I riferimenti a vecchi film in bianco e nero sono tantissimi. Così come le “vecchie” musiche. J, J e ancora J. Jim Morrison, Jimi Hendrix e Janis Joplin. Ma anche “vecchie” (sul serio) canzoni francesi. Mentre i ragazzi si chiedono come mai nessuna grande rock band sia francese. Mentre si amano. Fin quando non saranno travolti inevitabilmente dalla rivolta. Sarà la fine. Sarà la divisione. I fratelli a lanciare bombe Molotov, lo studente americano ad allontanarsi dalla violenta manifestazione. E titoli di coda. Bel film. Riflessivo. Splendida Eva Green. Eccitante. Bel film. Bello squarcio su quello che fu. E che cambiò il modo di pensare e vivere di un’intera generazione. Ci vorrebbe proprio, una nuova rivoluzione...

5 (cinque). Come 5 canzoni italiane tristi:
1. Elisa – A Time For Dancing 2. Tiromancino – Per Me È Importante 3. Eugenio Finardi – Le Ragazze Di Osaka 4. Lucio Battisti – Emozioni 5. Pierangelo Bertoli – A Muso Duro.

2 Comments:

Blogger Unknown said...

I Muse sono una presenza costante nella mia autoradio, e "Origin of Simmetry" in particolare! Appena me lo ricordo ti linko!

26 marzo, 2006 22:59  
Blogger Millecanali said...

Sai, ho scritto del mio ormai decennale Amore per i Doors (finchè Jim era vivo, vegeto e fuori di testa!!). Dopo di loro, sono riusciti a "coinvolgermi" nella mia quasi interezza fisica e mentale solo altri 3 gruppi: i Nirvana, i Muse e i Cure... Non ci crederai, ma sento più i Muse che i Radiohead... nonostante "tutto" nasca da loro e da quella grandiosa opera rock che è "Ok Computer"...
Grazie, Cinicus, sei semrpe preciso, puntuale e attento. Sono contento...

27 marzo, 2006 14:12  

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