03 ottobre, 2006

Musica

Sono tornato ad ascoltare della musica. Non che mi abbia circondato il silenzio. Non potrei mai nemmeno immaginare di essere circondato dal silenzio. Magari silenzio di non dialogo, sì. Magari silenzio di non squilli di telefono, sì. Magari silenzio di non televisione, sì. Ma silenzio nel senso di silenzio assoluto, no. Mai. È solo che non avevo ascoltato musica. Ma parole, con ogni tanto un po’ di musica. Ho ascoltato delle registrazioni (integrali) di diverse puntate di Viva Radio 2 di FIORELLO E BALDINI. E mi sono divertito. Non devo certo essere né posso certo essere io, fautore o autore di ottime parole nei confronti di Rosario Fiorello. Com’è che si chiamano adesso quelli come lui? Entertainer, se non sbaglio. Comici, una volta. Ma effettivamente Fiorello è qualcosa in più, che un comico. È simpatico, originale, spigliato, divertente, amato da grandi e piccini e da uomini e donne. Vabbè. Entertainer. Non ho detto cantante, anche se ha inciso dei dischi. La sua parte canterina (tranne quando imita famosi personaggi), è quella che meno mi piace. Ma mi sono divertito ad ascoltare le registrazioni di diverse puntate di Viva Radio 2. In attesa delle nuove dirette, a partire dal 9 ottobre.
Terminata non tanto la voglia, quanto piuttosto le puntate, allora ho rimesso orecchio a un po’ di musica. Terminata la voglia di ridere, è tornata la voglia di criticare. Di aspettarmi qualcosa da qualcuno. Di avere delusa l’attesa di ciò che mi aspettavo. E così è stato. Ma così è anche non stato. E allora. Torno alla “vecchia formula” dei 5 dischi per post.

IRON MAIDEN. A Matter of Life and Death. Un cazzo da dire. Niente da criticare. Semplicemente incredibili. Contro corrente. Contro le mode. Contro la vecchiaia. Contro le nuove rock band. Contro qualsiasi piano, verrebbe di sbattere qualsiasi oggetto a tempo di musica, ascoltandoli. Coinvolgenti. Genuini. Different World apre il loro nuovo disco. Nuovo, a 26 anni di distanza dal primo. E 26 anni indietro sembra di tornare! Rock puro. E ballate rock pure. Tipo The Reincarnation Of Benjamin e tipo il brano di chiusura, The Legacy. For The Greater Good Of God fa rizzare i peli delle braccia: basso, batteria, assolo di chiatarra… meravigliosamente Iron Maiden. Bruce Dickinson mantiene, all’età di 48 anni, una voce piacevolmente graffiante e ruggente. Bel disco, davvero.

JAMES MORRISON. Undiscovered. Scrivo di lui subito dopo gli Iron Maiden per poterlo massacrare meglio. Inglese. Quasi omonimo di un americano, tale James Douglas Morrison noto ai più come Jim Morrison. Probabilmente invidioso (io) di tale omonimia (sua), l’attuale mister Morrison mi sta altamente sul culo. Più che Morrison, avrebbe dovuto chiamarsi Blunt, di cognome. Così sarebbe stato perfettamente omonimo di James Blunt. E infatti la sua musica è sputatamene precisa a quella di James Blunt. Ma proprio precisa precisa. Niente di nuovo. Niente di imperdibile, niente che valga la pena di acquistare. 13 canzoni di cui nessuna verrà ricordata nel tempo. Se non da mister Morrison. E magari da James Blunt, che dirà: “ma chi minchia è questo qui che cerca di imitarmi così male?”. Ed è quanto dire.

BOB DYLAN. Modern Times. Nasale era la voce del giovane Bob Dylan. Rabbiosa (nel senso di cane rabbioso) è adesso la voce di colui che John Lennon citò nella sua God (“I don’t believe in Zimmermann”…). I Beatles lo odiavano, i Doors lo odiavano, Joan Baez lo lanciò e se lo scopò. Era il 1961. Ma, amore o odio, Dylan è stato capace di grandi composizioni. Brani indimenticabili. Manifestazioni storiche. Gran testa di cazzo con un carattere di merda, Dylan ha sfornato un buon disco. Un altro buon disco. Mr. Tambourine Man e Blowin’ In The Wind rimarranno brani irripetibili e inarrivabili, ma canzoni come Ain't Talkin, When The Deal Goes Down, Workingman's Blues 2, sono ballate che si fanno ascoltare con piacere. Come le altre 7 che completano questo disco. E spero che, sia James Blunt sia James Morrison, lo ascoltino. Per capire come va suonata una chitarra. E come va cantata una canzone pop-country-blues-folk (Dylan è tutto questo, no?)

MADELEINE PEYROUX. Half The Perfect World. C’è ancora chi canta il jazz, dopo Ella Fitzgerald e Billie Holiday (ma ovviamente il paragone è nemmeno pensabile!). Ammetto la mia ignoranza. Chissà quante altre cantanti hanno proposto dischi magari migliori di questo. Ma io non le ho mai ascoltate. Ho ascoltato invece questo disco e mi è piaciuto. E mi piace. Cantato un po’ in americano e un po’ in francese, le 12 canzoni qui presenti sono estremamente piacevoli da ascoltare per una mente che si vuole rilassare e che magari vuole scrivere un post. E che magari vuole muovere le proprie anche a tempo di jazz e/o cantare un inglese maccheronico impugnando il manico di una scopa a mo’ di microfono. Brava la Peyroux. Farò in modo di ascoltare anche i suoi precedenti 3 album pubblicati. Con la viva speranza che mi piacciano quanto questo.

THE MARS VOLTA. Amputechture. Un’incredibile sorpresa. Un’incredibile sbigottimento. Un’incredibile incredulità. Canzoni di 11 minuti, una addirittura di 16 minuti e 41 secondi!! E da dove saltano fuori, questi? Non è il loro primo album, sono già giunti a quota 3. Ma qui le loro ispirazioni progressive rock e le loro capacità di improvvisazione sono meravigliosamente esaltate. 8 brani apparentemente interminabili, a guardarne la durata. 8 brani che scivolano via tra note che ricordano Genesis, Pink Floyd, Led Zeppelin. Certo, paragoni azzardati, ma richiami musicali azzeccati. E un brano spagnoleggiante e struggente, Asilos Magdalena, che ben si adatterebbe alle immagini di un film di Pedro Almodòvar. Con una donna corrente e piangente in una distesa gialla di campi di pannocchie, pensierosa e ricordosa e ansiosa di un abbraccio. Mentre una chitarra elettrica che sempre più prepotente fa udire il proprio suono pugnala le sue speranze e i suoi dolori. Rendendola libera e leggera. Bisognosa e bastosa di un suo sorriso allo specchio… No, non è un film di Almodòvar. È la visione che ho visto mentre udivo e mentre scrivevo. E mentre la vedevo, la scrivevo. E mentre continuo a scrivere e finisco di scrivere, lascio che le note di Viscera Eyes mi accompagnino ancora anche nella pubblicazione del post… E lo fanno piacevolmente e graditamente.

Novità. Grossa, novità (almeno per me!). Cliccando sulle foto delle copertine degli album o semplicemente sulle foto, sarete indirizzati sul sito ufficiale degli artisti in questione. Per chi volesse saperne di più. O per chi volesse semplicemente curiosare...

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ciao!
Grazie mille per la mail che mi hai scritto, mi ha fatto piacere!

04 ottobre, 2006 19:51  
Blogger Sergio Algozzino said...

ottimi mars volta, veramente belli...

06 ottobre, 2006 02:55  
Blogger Millecanali said...

Beh, confermato da un grande conoscitore (ed apprezzatore) dei Genesis e dei Led Zeppelin... che anzichè ridimensionare il mio commento, per l'appunto lo conferma... mi fa piacere.

06 ottobre, 2006 08:18  
Blogger Unknown said...

I Mars Volta sono un ottimo esempio del new prog più genuino, e dimostrazione che l'aggettivo "new" non significa meno bello dell'old!
Il disco degli Iron Maiden non è stato male, ma mi riservo un ascolto più attento; la prima traccia comunque non mi è sembrata memorabile...
Ascolterò il nuovo Dylan e rilancio con un consiglio: il nuovo cd di Riccardo Sinigallia, "incontri a metà strada".

06 ottobre, 2006 22:57  
Blogger Millecanali said...

I gusti musicali di Cinicus sono sempre di indubbia qualità e raffinatezza!! Sinigallia, insieme a Cisco, saranno presenti nel mio prossimo post... Scegliendo 5 album per post, molti di quelli che ascolto rimangono "fuori". Alcuni solo rimandati, altri esclusi... Ahimè, già mi leggono in pochi così, pensa se allungassi i post... Ma è gente come te, Cinicus, che mi spinge a scrivere sempre nuove parole. Thanks. Pochi ma buoni, no? ;o)

07 ottobre, 2006 23:13  
Blogger Unknown said...

Adulatore... :-)

08 ottobre, 2006 13:31  

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