20 novembre, 2006

Sottovoce

LUVI DE ANDRE’ – Io Non Sono Innocente. Deluso, delusissimo. Il binomio figlia di De Andrè e figlio di Fossati (autore di quasi tutte le canzoni) mi aveva “eccitato”. L’ascolto invece… non dico che mi ha deluso. Non so trovare la parola adatta e giusta e corretta. Ma di sicuro l’ascolto mi ha infastidito. È un disco troppo “urlato”. Tonalità troppo alte, troppo lancinanti per le mie orecchie. Troppe urla da parte di Luvi. Troppe. E mi ha infastidito. I Deep Purple “urlavano”. Ma non mi infastidiscono. Rita Pavone “urlava”. Ma non mi infastidisce. C’è modo e modo, di urlare. Non so se riesco a spiegarmi bene, non trovando le parole adatte, giuste e corrette… Luvi De Andrè urla fastidiosamente. E non inserisco le virgolette, perché il suo non è un urlare tra virgolette, ma un urlare vero e proprio. E melodie come quelle de Il Disegno o Lentamente vengono assolutamente sopraffatte dalla sua voce urlatrice. E io rimango infastidito e deluso. Al contrario dei critici (quelli veri) che scrivono sui giornali.

YUSUF ISLAM – An Other Cup. Negli anni ’70 c’era un grande cantautore inglese di nome Cat Stevens. Autore di una delle più belle canzoni acustiche di tutti i tempi: Father & Son. Dopo esser quasi morto annegato a Malibu, nel 1977, si converte all’islamismo, cambia il suo nome per la seconda volta. Da Stephen Georgiou in Cat Stevens e quindi in Yusuf Islam. E abbandona le scene musicali. Non del tutto, perché non ha disdegnato qualche collaborazione occasionale, come per esempio con Peter Gabriel. An Other Cup è un album mistico, religioso, non paranoico. La dizione è scandita perfettamente. Un inglese pulito, chiaro, comprensibilissimo. Non dice cose tipo “Dio c’è” o “Dio esiste”. Parla invece di ricerche che portano al benessere, di scelte che possono far stare meglio, di verità da cercare tra le nuvole, il cielo. Di azioni buone da compiere prima di essere giudicati. Mistico, ma non paranoico. In pieno e perfetto stile musicale Cat Stevens. Splendido. E, soprattutto, da brividi la sua voce inalterata dal tempo e ancora da brividi le melodie e i suoni della chitarra acustica anch’essi assolutamente intaccati dopo quasi trent’anni… Un gran gran bel disco.

EUROPE - Secret Society. Beh… rimarranno sempre e per sempre quelli di The Final Countdown. E della lentissima e romanticissima (quanti balli con sta canzone, ai tempi!!) Carrie. Anno 1986. Adesso gli Europe sono dei “vecchietti” che suonano simil-Scorpions. E non riescono più ad entusiasmare. Né come facevano gli Europe, né come facevano gli Scorpions…

LE VIBRAZIONI – Officine Meccaniche. Non male. Se non fosse che nutro dei forti pregiudizi negativi nei confronti de Le Vibrazioni. Mi era piaciuto il loro disco d’esordio. Poi, raggiunto il successo, la svolta. Il loro secondo disco si intitolava “Le Vibrazioni II”. Omaggio ai Led Zeppelin? Macchè! Pura e semplice scopiazzatura. Ed eccesso di auto-idolatria. Cercano di ripercorrere il percorso di Led Zeppelin, Beatles, Pink Floyd… Ma non sono all’altezza. Ovvio. Naturale. Ma non se ne rendono conto. Adesso ecco questo nuovo look che sembra tanto “Beatles prima di sciogliersi”. Che poi sembra tanto il mio, ma io non imito nessuno. E non mi sento all’altezza di nessuno. Il disco è piacevole, ben arrangiato. Ma non mancano una traccia 5 (Introduzione Ad Uno Stato Di Distacco Dal Reale), che sembrerebbe uscita da Meddle dei Pink Floyd (sembrerebbe, se non fosse ovviamente non assolutamente all’altezza) e una fastidiosissima ghost track. Cominciano a starmi proprio terribilmente sul culo, ste tracce nascoste. Ma è così difficile inserire un titolo in più in copertina? No. Facciamo la traccia nascosta. E vaffanculo. Officine Meccaniche è un buon disco. Ma Le Vibrazioni stanno diventando davvero insopportabili.

TOM WAITS – Orphans. 3 cd, 56 canzoni che finora non avevano trovato posto o collocazione in nessun album. 3 cd “Orfani”: Incazzati, Urlanti e Bastardi (Brawlers, Bawlers e Bastards), questi i sottotitoli dei 3 cd. Il più bello è proprio il terzo. Che tanto ha aiutato le mie orecchie a cancellare (ma non dimenticare) le urla di Luvi De Andrè. La voce di Tom Waits è infatti tanto roca quanto passionale quanto altrettanto delicata. Forse ascoltare 56 canzoni tutte insieme è un po’ troppo. Ma sentiti uno alla volta, questi cd regalano davvero tante emozioni e tanta improvvisazione e spontaneità. Dal rock’n’roll allo swing, dal rock al pop, si attraversano piacevolmente tanti generi e gusti musicali. Con discrezione. E, soprattutto, sottovoce.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

è un peccato che (come leggevo più sotto) questo blog abbia pochi lettori, è un bellissimo blog!!! un consiglio, butta tutti i cd di tua figlia firmati jesse mccartney e sostiuiscili con qualcosa dei beatles, o che so, dei black sabbath o bowie!!! ;) scherzo! passa da me quando vuoi, io continuerò a leggere le tue recensioni....

21 novembre, 2006 12:53  
Blogger Millecanali said...

Mia Figlia è nata e cresciuta tra le note dei Doors, Hendrix, Joplin ma anche Taylor, Mitchell, Young e ancora Radiohead, Kravitz, Beatles... Ora ha 10 anni e segue le mode, com'è giusto che sia. Anch'io ascoltavo Madonna... Ma dubito che il Jesse McCartney di turno riuscirà a costruire una carriera come quella della Ciccone. Però, la cosa più bella e tenera, è che ogni tanto sente qualche cd che le ho fatto con tutti gli artisti di prima... e li sente per farmi contento. Così dice. Ma il suo cuore so già che è pieno di meravigliose note, ben lontane dal mondo di "Jesse". Crescerà. E crescerà bene, lo so. E le note del suo cuore prenderanno il sopravvento su quelle della moda. ;o)

21 novembre, 2006 14:49  
Anonymous Anonimo said...

anche io sono cresciuta con la musica di mio padre, il mio gruppo preferito quando avevo 10 anni erano i pink floyd (già da allora dimostravo di non essere tanto normale come bambina....)....è grazie a lui, il "mitico" organista degli OMEGA (ovvero mio padre), che ora ho seguito questa strada....l'orecchio va anche educato, e stai facendo un buon lavoro con la piccirilla :D saluti!!!! leggiamoci presto!

21 novembre, 2006 23:13  
Anonymous Anonimo said...

Bellissimo questo discorso sulla tua bambina e quello che ascolta...
Io ho una mia opinione: la musica che ascolti quando sei piccola, addirittura in fasce, è un altro imprinting.
Mia nonna metteva nel mangianastri le cassette orribili di un tipo di musica balcanico vecchissimo, dove c'erano due uomini, spesso anzianotti, che cantavano con le note di uno strumento a corde particolare, la sargija. Mia madre invece ascoltava i classici cantanti (sempre balcanici) stile Adriano Celentano.
Quando sono cresciuta sono diventata metallara, però, passata l'età adolescenziale, la prima cosa che ho ricominciato ad ascoltare è la migliore musica della terra della mia famiglia. E ancora oggi lo faccio.
C'è fase e fase nella vita di tutti, detto questo tua figlia, ne sono certa, fra un po' riprenderà ad ascoltare solo la buona musica, quella con l'anima.
Quanto alle tue recensioni, mi spiace tantissimo se Luvi ha fatto un cd di questo genere... caspita, dalle recensioni sui giornali sembrava chissa chè. Ma io credo di più alla vox populi! Quindi quello che scrivi tu di un cd o io di un libro, almeno per me, permettimi, ma è più affidabile.
Gli Europe non li compro proprio... mi metterebbero tristezza!
Quanto a Yusuf... prima di ascoltarlo mi piacerebbe sapere cosa ne pensa dell'intellettualismo estremista musulmano. Per me un uomo è tale non solo per la musica (per quanto bella) che crea, ma anche per quello che pensa... Tu fai intuire che è un uomo equilibrato. Lo spero, ce ne sarebbe proprio bisogno.

26 novembre, 2006 09:12  

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