22 ottobre, 2006

Scemo chi legge

Mi rendo sempre più conto che la gente non legge. Che sia per negligenza, per ignoranza, per mancanza di istruzione, per lagnusìa, o semplicemente per il gusto di parlare a vanvera… questo non so dire. Questo non mi è dato sapere. Questo mi è ignoto. Ma la gente non legge. Questo è un dato di fatto. E quindi la gente chiede. Chiede cose che potrebbe semplicemente leggere, ottenendo così le risposte cercate e desiderate. Evitando così di proporre e insistere domande assolutamente inutili. Sì, perché se non rispondi alla domanda stupida, insistono. Esistono domande stupide? Ma le domande in genere non sono utili? Non sono segno di volere capire, scoprire, interpretare, conoscere?... Anche. Anche, perché esistono eccome, le domande stupide. E sono quelle superflue. Sono quelle la cui risposta è scritta davanti al tuo naso. Sotto ai tuoi occhi. Sono domande che assolutamente andrebbero evitate. Per risparmiare fiato. Per dosare meglio le parole. Per non passare per stupidi. Ma effettivamente chi è stupido nemmeno si rende conto che gli altri lo stanno giudicando per uno stupido e come uno stupido. E la gente si incazza. Ammatula. E spropositamente. Perché io mi rifiuto di rispondere a una domanda stupida. Mi sentirei stupido a mia volta. Ma non rimango in silenzio. Non ignoro. Indico il punto preciso di fronte al loro labbro superiore in cui è indicata e scritta e svelata la risposta. E in tutta risposta mi sento dire “ma perché, lei non me lo può dire”, a ancora “ma vaffanculo!” e ancora “ma sa che è veramente molto gentile, lei??” (ovviamente in tono ironico, è solo una frase un po’ più lunga del vaffanculo diretto, ma comunque un vaffanculo indiretto) e ancora “mi siddìa, leggere”. Ed è a questo punto, che ignoro. Qualsiasi altra parola venga pronunciata in seguito ad una di queste frasi, la ignoro del tutto. Che sia nuovamente la stessa domanda o un improperio o una lacrima o un cazzotto in pieno viso… a quel punto ignoro e volto la testa dall’altra parte. Che si incazzino ulteriormente. Che pensino che sono uno stronzo. Tanto, non lo scriveranno mai. Perché se non leggono, figuriamoci scrivere!! E so già che, terminata la sfuriata nei miei confronti, la stessa domanda verrà riproposta a chi incontreranno subito dopo di me. Troveranno qualcuno più gentile di me, che fornirà loro la stupida risposta alla stupida domanda (cioè l’inutile risposta all’inutile domanda). E qualcuno con il quale poter dunque schernire il precedente vastaso (cioè io) che non aveva loro risposto. E qualcuno che farà tornare il sorriso sul loro volto. Volto i cui occhi ancora una volta dunque non leggeranno la risposta tra le righe o sulle righe. E volti che dunque continueranno a proporre domande… stupide. Solo perché… la gente non legge. La gente si rifiuta di leggere. E io mi rifiuto di interloquire con chi non legge. Sarà anche un diritto della mia persona, no? Sarà anche una scelta di vita, no? Sarà anche solo una minchiata, no? Ma a me piace leggere. Mentre la gente non legge.
Ed è per questo, che mi è tornata in mente la frase che, scherzosamente, scrivevamo da bambini sui muri o sui diari o sui quaderni o sui libri o su semplici pezzi di carta: "scemo chi legge". Alle volte modificato con parole ben più offensive, che "scemo". Era un gioco. Era uno scherzo. Era una burla. Era un passatempo. Oggi sembra invece preoccupantemente e paurosamente reale...

Leggendo, per abitudine, qualsiasi cosa, ho trovato questo bel cartello in un bagno pubblico. E questa bella scritta per terra. Mi sono piaciute. Le ho fotografate. Le pubblico. Se vorrete leggerle, senza per questo sentirvi scemi...


Traduzione dal siciliano all’italiano:
Lagnusìa = ozio, inoperosità.
Ammatula = inutilmente, invano.
Siddìa = voce del verbo “siddiare”, cioè infastidirsi, scocciarsi.
Vastaso = rozzo, villano, ineducato.
Minchiata = minchiata.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Grazie per il tuo commento, mi ha fatto molto piacere.
Condivido appieno quanto scrivi, e non credo che sia un caso anche tutto 'sto parlare di analfabetismo di ritorno. La gente non legge forse perchè non sa più farlo: siamo o non siamo nell'epoca dei famigerati 'tronisti defilippiani'?
Ciao a presto
Beatrix

25 ottobre, 2006 01:10  
Anonymous Anonimo said...

Ti ringrazio tantissimo per il passaggio e per le tue parole che mi hanno molto confortata.
Ti capisco.
Ogni persona è legata al luogo dove è nata e cresciuta, come un imprinting di vita forse impossibile da annullare.
Non c'è un meglio o un peggio, per ognuno è meglio il proprio luogo e risulta incomprensibile spesso capire le persone quando si vive in un luogo molto diverso dal proprio.
E' vero, va dove ti porta il cuore...
Spero tanto di poterlo fare, io avrei già deciso ma ora bisognavedere come attuare questa cosa!
Comunque grazie grazie grazie.
Un abbraccio.

25 ottobre, 2006 22:46  
Anonymous Anonimo said...

Anch'io ti ringrazio per il tuo passaggio sul mio blog, ma soprattutto per il commento perfetto che hai lasciato sul post riferito all'islamizzazione dell'Italia! Mi trovi più che d'accordo.
Quanto alla tua scelta (reale o ipotetica) di non voler più rispondere a chi non legge, a chi pone delle domande idiote, credimi che lo farei anche io. Se non fosse che sono nata in una famiglia nella quale quasi nessuno legge e spesso ti fa delle domande che ti spingono diritto sul terrazzo col desiderio di fare un salto nel vuoto...
Insomma, io sono abituata a sentire domande idiote e di conseguenza ho pure imparato a rispondere in modo altrettanto idiota.
E' una sorta di allenamento per la sopravvivenza... anche se poi ci sono giorni in cui non ce la fai, e allora, se hai una personalità-napalm come la mia, rendi i successivi 5'' dello sciagurato che ti ritrovi davanti indimenticabili e pieni di terrore!
Artemisia

26 ottobre, 2006 14:21  
Anonymous Anonimo said...

Grazie (mi aggiungo anch'io) per il commento. Apprezzo il tuo sostegno morale. Ripassa a trovarmi se vuoi!
Ciao!

26 ottobre, 2006 16:54  

Posta un commento

<< Home