09 aprile, 2006

Non me l'aspettavo

Non potendo indossare nè maglie nè magliette nè bandane nè quant'altro si possa indossare, anche perchè oltre a non poterlo fare, sarebbe stato poco visibile... non potendo indossare, allora ho esposto. Un mini-striscione con su scritto semplicemente: "sono un coglione". Semplicemente. La scritta. Molto complicato. Il resto. Infatti, differentemente da una maglietta, la mia era una scritta "solitaria". E che lasciava molto spazio a equivoci, facile ironia, sarcasmo e indubbie (o dubbie?) risatine. "SONO un coglione". Frase scritta in prima persona. Con un chiaro significato. Politico. Con un evidente schieramento. Politico. Fino alla sera prima, il "premier" aveva ribadito che non potevano perdere perchè non sono dei coglioni. Io invece lo sono. E l'ho scritto. Ed esposto. Contro tutte le regole dell'azienda. Convinto della sua chiarezza. Che quel riferimento politico fosse chiaro. Ma così non è stato. Non me l'aspettavo. Proprio no. Non mi aspettavo tanta (ma proprio TANTA) disinformazione. A soli 2 giorni dalle elezioni. Non solo, lo striscione non è stato capito se non da pochi. Non solo. A seguito delle mie spiegazioni, mi sono state dette frasi incredibili. Inaspettate. Scioccanti. "Non ne sapevo nulla". "Ah, a me non interessa". "Ah, ma tanto chiunque vinca, non cambia niente". "taNo, io non vado a votare". "Non mi piace guardare il telegiornale". Ne volete ancora? Non le scrivo. Immaginatele. Immaginate le frasi più assurde che si possano concepire e pronunciare a soli due giorni dalle elezioni. Immaginatele. Saranno frasi che mi sono state dette. E sapete da chi? Da ragazzi? Da anziani? Da medie età? Sapete da chi? Da tutt'e tre le fasce d'età. Pazzesco. E a questo punto? Devo pensare e temere che ci sia chi veramente crede alle promesse assurde del premier? Devo veramente? Non voglio! Adesso, mentre scrivo, si sta votando. Lo si farà fino a domani. Come finirà? Possibile che se fino a sabato mattina, prima di esporre le mie idee e il mio striscione, ero convinto della vittoria, adesso invece devo incrociare le dita e sperare? Possibile mai? Sì. Possibilissimo. Perchè, a questo punto concedete anche a me una frase populista, "questa è l'Italia!". Incrocio le dita. E pensare che era mia intenzione far posare alcuni passeggeri accanto al piccolo striscione per poter poi pubblicare un ampio reportage fotografico. ERA, mia intenzione. Impensabile, dopo le frasi ricevute. Le cose sono leggermente cambiate quando, quasi scocciato (l'incazzatura era solo una scusa per camuffare e non pensare alla DELUSIONE) ho acquistato La Stampa. E ritagliato e attaccato al vetro, vicino allo striscione, l'articolo riguardante le ultime frasi di Berlusconi: "noi vinceremo perchè non siamo coglioni". A quel punto, le frasi assurde sono (quasi) finite. Prima davano un'occhiata all'articolo, poi una allo striscione e poi chiedevano: "ma lei veramente pensa che possa cambiare qualcosa?". Chiedevano. Non ricordo più, se ho risposto. Oramai mi sentivo come scazzottato. Pestato a sangue. Incosciente. Traumatizzato. Confuso e in pieno stato confusionale. Non ricordo, se ho risposto. Sono un coglione. Interpretatelo come volete. Punto. Qui si chiude un post che non mi aspettavo di dover scrivere con queste parole. Sono un coglione. E da coglione ho votato. E da coglione ora incrocio le dita. Perchè penso che SI, qualcosa può cambiare. Punto.

Ah. Dimenticavo. La città dove si sono svolti i fatti, è Torino. E lo striscione, di "chiaro" significato politico, voleva essenzialmente dimostrare come gli uomini (e donne) di sinistra abbiano un ampio spirito non solo pacifico, cortese, educato ed auto-critico, ma anche ironico ed auto-ironico...

1 Comments:

Blogger Unknown said...

Tu sei un mito! Ora capisco da chi ha preso tuo fratello!

09 aprile, 2006 22:56  

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