03 maggio, 2007

Intermezzo

Questa è la storia di un uomo. Un uomo che passeggiava per i boschi. Ogni tanto saltellante, ogni tanto riposante. Su qualche tronco d’albero che poteva ricordare lo schienale di una poltrona. Ogni tanto estasiato. Nel vedere i raggi del sole filtrare tra i fitti rami degli alberi. Un uomo comune, insomma. Che gradiva più le giornate di sole, rispetto a quelle di pioggia. Che amava sentire lo scrosciare dell’acqua del fiume e il cinguettio dei uccelli e il rumore dei passi di chissà quale animale. Quando questi calpestavano mucchi di foglie secche o si dissetavano alla sorgente del fiume. Un uomo sempre più comune, insomma.
Finchè un giorno udì provenire dal fiume un rumore diverso dai soliti. Una fanciulla vi si stava rinfrescando. Senza pudori. E senza esitazioni. Che strano essere, pensò l
’uomo. Un essere molto più bello di tutte le bellezze che finora aveva visto e in mezzo alle quali era vissuto. Simile a lui, ma diverso, da lui. Fisicamente. Il canto che usciva dalla sua bocca invece era composto da parole familiari. Era simile a lui, ma diverso da lui, ma parlava come lui. Ma, mentre si interrogava su come potersi avvicinare ad essa senza farla fuggire, ecco che un orso spuntò alle spalle della fanciulla. L’orso, molto più curioso e molto più deciso nei suoi pensieri, decise che di qualunque essere si trattasse, sicuramente sarebbe stato un cibo ben più prelibato dei soliti pesci. E così adesso era ormai alle sue spalle, pronto a mettere in atto le sue idee. L’uomo allora abbandonò i suoi dubbiosi e curiosi pensieri e in men che non si dica costruì un’arma coi primi rami che capitarono tra le sue mani. Rami curvi. Che lavorati in fretta ma con cura, si tramutarono in un affilato oggetto da lanciare verso l’orso. Per proteggere la fanciulla. Ma la forza usata per il lancio fu troppa. Così che, dopo aver colpito e stordito l’orso, l’arma fece ritorno verso l’uomo. Un boomerang. Aveva involontariamente costruito un boomerang. Che con violenza tornò verso di lui, colpendolo mortalmente. Nelle fasi di agonia che precedettero la sua morte, l’uomo fu avvicinato dall’orso e dalla fanciulla. Che lo guardarono perplessi. E fu la fanciulla a parlare, potendo farsi capire dall’uomo. E gli chiese perché lo avesse fatto. Per proteggerti, rispose sorridendo l’uomo. Un sorriso bagnato da copiose e abbondanti lacrime di dolore. Ma la fanciulla si chinò verso di lui. E senza commozione alcuna lo schiaffeggiò. Stupido, avresti dovuto attendere, gli disse. Avrei potuto uccidere quest’orso senza il minimo sforzo, con la sola forza delle mie mani, gli disse. Avrei potuto farmi sbranare da quest’orso perché così avevo scelto di fare, gli disse. Avremmo potuto lottare e vedere chi sarebbe rimasto vivo, gli disse. Avremmo addirittura potuto diventare amici!, disse ancora. Chi, ha chiesto la tua protezione?, gli chiese. L’uomo rimase senza parole. Interdetto. Incredulo. Con le lacrime che si mescolavano al sangue. Col dolore che si mescolava allo stupore. Con la Vita che si mescolava alla Morte. Aveva solo cercato di proteggerla… E questo, fu il suo ultimo pensiero. Inutile. Esattamente come la precedente azione. E gratuito. Esattamente come la precedente azione. Avrebbe potuto spendere un pensiero al ricordo di uno dei suoi ricordi… Ma ciò che rimase nel tempo, nel suo tempo, nel suo non tempo e nel tempo che ormai non aveva più, ciò che rimase era solo una frase, accompagnata da un’azione: volevo solo proteggerti. E ora che l’uomo è morto? Definitivamente, morto? Crudelmente, morto? Mortalmente, morto? Che ne è stato della fanciulla e dell’orso? Beh, questa è un’altra storia…

9 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ih ih ih, questo è il guaio di un palermitano che incontra fanciulle caratterialmente toste e forti :-)

03 maggio, 2007 21:15  
Blogger Millecanali said...

E invece mi piacerebbe un commento che dichiarasse i propri pensieri in merito... Meglio, come dicono i cinesi, farsi i caz** propri, o meglio dire: io ci ho provato? magari anche a costo della propria vita?...

04 maggio, 2007 08:01  
Anonymous Anonimo said...

Beh, credo che il tutto dipende dal fatto di crederci o meno..uno non può buttarsi in qualcosa aspettandosi dagli altri riconoscenza, gratitudine o altro. Se lo fai è perché l'hai deciso e ne sei convinto, cosa che dovrebbe poi evitare stupidi rimpianti. Raramente chi fa qualcosa perché ci crede se ne pente, anche se questo qualcosa porta a risultati negativi. Io almeno la vedo così, avendo sempre preferito fare di testa mia anche andando incontro a sofferenze e delusioni, ma almeno con la soddisfazione che ti dà solo la consapevolezza di aver agito secondo le proprie idee, princìpi e ragionamenti. I miei incipit sono pronti nel mio blog..baci!

04 maggio, 2007 23:54  
Anonymous Anonimo said...

concordo con chicca...
e poi aggiungo che a volte alcune persone sembrano bisognose d'aiuto e quando glielo dai si sentono ferite nell'orgoglio, preferiscono farsi del male da sole, senza essere "salvate" a volte però, è bello farsi scaldare dall'abbraccio protettivo di qualcuno...

05 maggio, 2007 13:48  
Anonymous Anonimo said...

Ecco, e questa è una di quelle sere in cui, complice l'ultimo post nel blog di Chicca e certi oscuri pensieri, avrei proprio bisogno di essere protetta ^^'
Ninfa, dove seiiiiiiiii :-(
Notte.

06 maggio, 2007 01:34  
Anonymous Anonimo said...

Quel che è fatto è fatto... e nessuno potrà mai tornare indietro!
...sìsì... sono proprio io!...

07 maggio, 2007 09:20  
Blogger Millecanali said...

@ Chicca: esatto. E di certo non mi riferivo a pentimenti. Quelli mai, quando si è consapevoli delle proprie azioni. Sono proprio le delusioni, a ferire... Ed è qui che nascono i "dubbi". Lo faccio o non lo faccio? Faccio finta di non vedere per lasciare inalterata la relazione, o lo faccio comunque col rischio di rovinarla e magari perderla?...
@ Ninfa: anch'io faccio parte di quelli che preferiscono bruciarsi personalmente, e non mi accontento che qualcuno mi dica: ma guarda che brucia... Devo provarlo!
@ Artemisia: spero tu abbia trovato Ninfa...
@ Anonimo: è per questo, che avevo disabilitato la possibilità di lasciare commenti anonimi. E tornerò a farlo. Sìsì... ma chi sei???

07 maggio, 2007 11:01  
Blogger Unknown said...

La morale è: un orso è potenzialmente pericoloso, ma una donna è SICURAMENTE pericolosa!

07 maggio, 2007 17:08  
Blogger Millecanali said...

@Cinicus: Sei un GRANDE!!!!! ahahah!

07 maggio, 2007 19:21  

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