25 agosto, 2007

Millefate


...e intanto mia Figlia, in "arte" Millefate, ha dato vita ad un blog tutto suo: MILLEFATE - PENSIERI MISTI. Dove scrive, con la spensieratezza dei suoi quasi 11 anni, tutto ciò che le passa per la mente. E di tutti quei cantanti, attori, cartoni, libri (e quant'altro) che le piacciono o le interessano o la attirano. Pensieri misti, per l'appunto. Ma che un pensiero riflessivo e banale mi portano a scrivere: quanto sono diversi i suoi 11 anni rispetto ai miei lontani 11 anni... Diversi e, probabilmente, meno spensierati...

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The Great Song Of Indifference

Dopo la “pausa estiva”, riprendo ad aggiornare il blog con 5 dischi non proprio freschi di pubblicazione. Ma una lunga scorpacciata di radio mi ha quasi “costretto” ad esprimere i miei commenti e la mia opinione su determinati dischi…

Michael BublèCall Me Irresponsible. A Bublè piace “swingare”. Questo l’abbiamo capito tutti. Il problema è che lui non ha capito che non può swingare tutto ciò che gli passa per la testa. Ci sono canzoni che… non rendono, accidenti!! Ma dico. In questo disco sono presenti dei riarrangiamenti di canzoni come I’m Your Man di Leonard Cohen, Wonderful Tonight di Eric Clapton, Me and Mrs Jones di Gamble & Huff, portata al successo da Billy Paul, Always On My Mind di Brenda Lee, interpretata tra gli altri da Elvis Presley e Willie Nelson… Canzoni presenti nella mia mente nella loro forma originale e che, sentite cantate e swingate da Michael Bublè, non producono altro effetto che quello di farmi cacare. Che Bublè swinghi lo swingabile. E che lasci stare al loro posto canzoni intoccabili e, soprattutto, non alla sua altezza. Che Bublè si ridimensioni: non può cantare tutto ciò che vuole. C’era solo un artista in grado di farlo. Ed è morto ormai da 30 anni. Il suo nome era Elvis. Non sei “irresponsabile”, caro Bublè. Sei solo un coglione.

Miguel BosèPapito. La copertina del doppio disco è veramente orribile. E non posso farci niente: dopo la sua conduzione di un reality show su Italia 1 e le sue lacrime in diretta… e dopo la grandiosa imitazione e parodia che Fabio De Luigi proponeva di Miguel Bosè… vedo la sua faccia e mi viene da ridere. È più forte di me. Beh, in fondo l’idea della copertina non è male. Non potendo far apparire i volti dei tanti cantanti che hanno partecipato al suo disco, per vari diritti d’autore, il figlio della bellissima Lucia Bosè ha deciso di farsi “tatuare” sul corpo i vari volti degli artisti. Niente diritti d’autore, dunque. Ma l’effetto visivo è davvero… nausebondo. Così come, aldilà dell’altisonante sequela di nomi quali Mina, Shakira, Michael Stipe, Laura Pausini, Noa, Juanes, Ricky Martin e taaaaaaaaanti famosi cantanti latino-americani, beh… o ti piace la musica latino americana, o non reggi nemmeno per la durata di uno solo dei due cd. Io non ho retto. Ma Si Tu No Vuelves, in duetto con Shakira, già sentita nel 1994 col titolo Se Tu Non Torni, in radio si sente veramente taaaaaaaanto. E siccome mi ha rotto veramente taaaaaaanto… allora dico senza peli sulla lingua che Bosè ha rotto le palle e che il disco è una merda.

Tokio HotelScream. Fenomeno musicale del momento. Un gruppo di ragazzini tedeschi che anzichè girare per strada con le teste rasate e picchiare i ragazzini più piccoli e rubargli il cellulare, decidono di farsi crescere i capelli e di impugnare chitarra, basso e batteria e di cominciare a cantare. Non so. Forse avrei preferito incontrarli per strada con le teste rasate. Almeno non li avrei sentiti cantare. Il loro è un rock davvero scarno, banale e superficiale. Che già tanto è solo cercare di definire rock. Ma il successo ottenuto il Germania con i loro primi due dischi è stato talmente clamoroso da indurre i discografici a pubblicare un terzo disco, cantato in inglese, che raccoglie le loro “canzoni migliori”. Ed ecco dunque che i 4 ragazzi, 3 di loro minorenni e 2 di loro gemelli, adesso impazzano in tutta Europa. Capitanati da uno dei gemelli, ossia il carismatico cantante Bill Kaulitz. Le sue unghie smaltate di nero e i suoi lunghi capelli simil-punk-mashati e il suo ombretto e i suoi pantaloni attillati e i suoi piercing e i suoi tatuaggi e i suoi caratteri somatici parecchio femminili (così come anche la sua voce), adornano già la stanza di mia Figlia. Accompagnati da commenti di adorazione che sono già diventati nauseanti per la loro ripetitività. Un gruppo scadente musicalmente ha ottenuto il successo. Merito del bel cantante?... Ascoltate Monsoon e giudicate...

Editors - An End Has A Start. Questa, è musica! Dal brano di apertura (Smokers Outside The Hospital Doors) al brano di chiusura del disco (Well Word Hand), attraverso canzoni come When Anger Shows o The Weight Of The World, ecco dieci grandi canzoni. Ecco musica eccellente. Si respira aria di Dave Matthews Band, di Joy Division e a tratti anche di Cure. Si assapora musica non commerciale. Si gode di chitarre e di ritmiche che creano suoni cupi. E di testi che parlano di sofferenza e morte senza cadere nella depressione. Come in Well Word Hand, in cui si parla del suicidio di un amico. Ma il cantante Tom Smith non è bello quanto Bill Kaulitz, ed ecco che i Tokio Hotel impazzano mentre gli Editors rimangono nell’ombra dell’ascolto di pochi. Ma la loro, è grande musica.

ScorpionsHumanity – Hour 1. Probabilmente banale. Probabilmente scontato. Probabilmente ripetitivo. Sicuramente gli Scorpions hanno proposto di meglio. Anche loro sono tedeschi. La loro formazione ha spesso visto e vissuto dei cambiamenti, ma oramai sono oltre 40 anni che esistono e suonano e magari deludono ma comunque esaltano. Viva un disco che mi esalta e mi fa tornare indietro negli anni, nell’ascoltare quel suono di basso così caratteristico e di quella ritmica così… Scorpions. 12 canzoni che nulla hanno da invidiare a tanti dischi in circolazione molto più ascoltati e molto più venduti. Ascoltatelo. Anche solo una volta, ma ascoltatelo. E vi assicuro che non resterà la prima e l’unica. Viva il rock.

Questo post è dedicato ai pochi che in questi giorni hanno digitato l’indirizzo di questo blog, magari solo per sbaglio o magari per curiosità o magari proprio per leggere eventuali aggiornamenti.
Questo post è dedicato agli ancor più pochi che sono a conoscenza delle belle novità che finalmente stanno verificandosi nella mia sconquassata vita. Che dai primi di settembre prenderà una nuova (e finalmente positiva) svolta. E che, a catena, dovrebbe sviluppare un’altra serie di piacevoli eventi.
Questo post è dedicato a chi dico io e non è dedicato sempre a chi dico io. Sia gli uni che gli altri possono immaginare a chi mi riferisco.
Questo post è dedicato a tutti gli indifferenti, veri o falsi che essi siano. Ma comunque indifferenti. Ed è per loro, che rispolvero The Great Song Of Indifference di Bob Geldof, che da adesso è nuovo sottofondo del blog.