30 dicembre, 2006

Recensioni. Tra presente e passato.

Loreena Mckennitt - An Ancient Muse. Nove anni di silenzio. E basta sentire la prima traccia per chiedersi: cazzo, perché nove anni di silenzio? È un album splendido. Atmosfere etniche turche e atmosfere etniche irlandesi. A volte Noa, a volte Enya. Ma splendidamente un po’ tutt’e due. Ma con una propria splendida identità. Nove tracce dopo nove anni. Cinquantaquattro minuti di goduria. Pieno rilassamento. Pieno apprezzamento. Pieno riempimento e pieno rapimento. Luce soffusa, luci intermittenti dell’albero di Natale e Loreena Mckennitt che sussurra tra note eteree. Uaoh.

Sergio Cammariere - Il Pane, Il Vino E La Visione. Commentare Cammariere credo sia impossibile e improponibile. Il suo stile è ormai ben noto e ben marcato. Gli accostamenti a Paolo Conte sono anche questi oramai inevitabili. E la sua musica risulta inevitabilmente piacevole a chi gradisce il suono de pianoforte poco coperto da altri strumenti. Piano, voce e chiacchiere tra amici. Suona ancora una canzone, pianista. Portaci un altro whisky, cameriere. E non fare smettere mai di suonare Cammariere.

Gwen Stefani - The Sweet Escape. Credo non sia inappropriato definirla la Robbie Williams “al femminile”. Simpatica, carina, sensuale, divertente, solista dopo aver cominciato in un gruppo, estroversa, originale, non ripetitiva e sempre piacevole. Sicuramente in questo disco non ci sono brani che passeranno alla storia. Ma brani che intrattengono senza disturbare né invadere, sì. E va bene così. Ci vuole anche questo ogni tanto.

Madredeus O Espìrito Da Paz. Ho acquistato questo cd ormai quasi 10 anni fa. Il disco è del 1994. Uno dei miei primi impatti con la musica etnica. E questo gruppo portoghese mi ha subito affascinato. Già quando ubriaco sentii una cassettina con qualche loro canzone a casa di una donna con la quale stavo passando la serata dopo aver finito di lavorare. Altri tempi. Altri luoghi. Facevo il barman, ero più giovane… E ho inciso indelebilmente la corteccia della mia memoria. E dei miei ricordi. Tanti. Belli. Malinconici, adesso. O Espìrito Da Paz è uno dei cd che più ho ascoltato in vita mia. Destino, Siléncio… Lo sento sempre, quando ho bisogno di “staccare la spina”. Viaggiare nel passato senza distaccarmi dal presente. Perdermi in un sorriso mentre affogo in una lacrima. Desiderando un bicchiere di whisky che per adesso non posso bere. Ma senza perdere il gusto del piacere di ascoltare questo delizioso capolavoro…

Bon JoviSlippery When Wet. Quante e quante e quante volte ho fatto girare questa cassettina. Uno dei tanti dischi prestati e registrati e ascoltati fino alla nausea. Niente mp3. Meno abbondanza musicale. Insieme a una serie indimenticabile di dischi live degli Scorpions, rappresentò il mio primo e forse vero approccio al rock. Indimenticabile, questo disco. Brano per brano. Nessuno escluso. Anche se forse You Give Love A Bad Name è quella che ancor oggi mi scuote di più. Scuote, già. Perché dopo 20 anni, quando voglio scuotermi un po’, e genuinamente, metto su… non più la cassettina… ma questo cd. Che, quasi quasi, finito di scrivere, potrei anche registrare su cassettina… e risentirlo con un po’ di… genuino… fruscio. Già, buona idea. Mi piace. Perché no? Lo farò.

Nintendo DsAnimal Crossing. Definirlo educativo è forse esagerato. Però questo gioco per Nintendo Ds che ho comprato alla mia Bimba è veramente divertente. Non frenetico, non urlante, non corrente, non nevrotico. È simile ai Sims. Bisogna comunicare, costruire, comprare, pescare, confezionarsi i vestiti, osservare le stelle, cercare fossili… Senza pam, cick, bum, pum e scrash. Ogni tanto vengono sfornati dei giochi riflessivi. Bene.

Sto meglio. Non ancora bene, ahimè, ma meglio. Lenta è la guarigione. Significativi i miglioramenti. Anche se la bilancia dice impietosamente che ho perso quasi 8 chili... e non ne avevo certo bisogno! E poi qui fa un freddo cane. Ma proprio freddissimo. E in queste condizioni mettere il naso fuori casa è ancora più duro. Posso muovermi solo a piedi, non posso ancora guidare. E cammino ancora più lentamente di quanto non faccia di solito. Certo, con tutta sta nebbia non corro il rischio di sbattere il naso contro un palo della luce! Bisogna guardare e saper apprezzare anche i lati positivi, no? Eheheh.

E infine una piccola e doverosa citazione a due incredibili regali che ho ricevuto per Natale. Videocamera e fotocamera! Niente male, eh?... Avrò tempo e modo di usarle per benino. E come si conviene a due gran bei prodotti come questi che ho avuto la fortuna di ricevere…

24 dicembre, 2006

Albero di Natale




Chi tardi arriva... mal alloggia! Quest'anno, prima degli ultimi avvenimenti che stanno condizionando la mia vita e dunque le mie "vacanze natalizie", avevo deciso di voler acquistare un albero di Natale "vero". Un piccolo pino. Da poter addobbare ad albero di Natale. Saranno 6 o 700 metri, che separano casa mia da un vivaio. Terminato di utilizzare l'albero come decorazione, era mia intenzione portarlo al vivaio. Loro li ripiantano, ed evitano che muoiano tristemente dentro un vaso troppo piccolo per le loro necessità di, appunto, alberi. E così sarà. Solo che... non essendo potuto uscire, ho dovuto aspettare che provvedessero a soddisfare il mio desiderio. Desiderio esaudito abbastanza in ritardo, per cui... mi è stato recapitato un albero "spennacchiato". Abbastanza bruttarello, con pochi rami. E troppo grosso. Ma quanto mi lamentooooo! Però... però. Ecco che anche un brutto anatroccolo, se trattato e curato con dedizione, voglia e perchè no, anche con un po' d'Amore, riesce a trasformarsi quasi in un principe azzurro. E' stata la mia Bimba, a costruire delle decorazioni col cartoncino, ad appendere tutti i pupazzini di Winnie The Pooh, più qualche piccolo peluche che avevamo in casa... e l'albero spennacchiato si è trasformato in un gradevole albero di Natale. Chissà. Magari posterò qualche foto coi dettagli dell'albero. E qualche foto "pulp" della mia pancia. Assolutamente irriconoscibile rispetto a prima che subisse l'operazione. Intanto però posto la sequenza di foto che ritraggono la "trasformazione" dell'albero. E una foto della mia Bimba. La mia unica, vera, essenza vitale. E l'unica a cui sia riuscito a comprare un regalo di Natale. Sempre su commissione. Non mi piacciono i regali di Natale. Nè farli, nè riceverli. Mi piace comprare regali quando capita. Quando vedo o incontro qualcosa che possa far piacere a qualcuno. Indipendentemente dalla festività momentaneamente ricorrente. Però... il regalo di Natale alla mia Bimba, sì. Sa che non esiste Babbo Natale. Ma non smetterò mai di comprarle un regalo da mettere sotto l'albero. Nè di comprarle qualcosa che vedo da qualche parte in qualsiasi giorno dell'anno che so lei gradirà e accetterà. E' lei, la mia unica e vera essenza vitale. Non il Natale. E lo è anche a Natale. Buon Natale. A tutti. Anche se non mi piacciono i regali... Buon Natale anche a te, Babbo Natale.

21 dicembre, 2006

Senza commenti

Copio e incollo un articolo trovato su TgCom:
La folk-singer Joan Baez e i Doors, il gruppo dei Grateful Dead e la cantante lirica Maria Callas: a questi grandi dello spettacolo saranno conferiti i premi alla carriera ai Grammy Awards, gli Oscar della musica in programma l'11 febbraio a Los Angeles. Gran parte dei premi sono alla memoria: la Callas è morta nel 1977, il leader dei Doors Jim Morrison nel 1971 e quello dei Grateful Dead Jerry Garcia nel 1995.
I premi alla carriera mirano spesso a compensare la scarsa attenzione data dalla giuria dei Grammy Awards ai cantanti quando erano all'apice della carriera. La celebre Joan Baez, ad esempio, non ha mai vinto un Grammy in tutta la sua vita. Per quanto riguarda la corsa ai Grammy "veri", è la cantante R&B Mary J. Blige la favoritissima della serata con ben otto nomination fra cui "Song of the year" e "Record of the year". Seguono la Blinge, trionfatrice ai recenti Billboard Awards, i Red Hot Chili Peppers con sei candidature per il doppio Stadium arcadium". Fra gli artisti con cinque nomination ci sono Dixie Chicks, James Blunt e Prince. Fra le curiosità di questa quarantanovesima edizione di Grammy, un duetto fra Justin Timberlake e un cantante ancora sconosciuto e senza contratto, che sarà selezionato attraverso rigorosi provini.
Evito qualsiasi commento. Sputerei troppo veleno.

Nella notte si è spento Piergiorgio Welby. L'annuncio è stato dato dal leader dei radicali, Marco Pannella. Welby è morto "naturalmente". Cause naturali. Il Governo, i Tribunali, il Consiglio Superiore della Sanità, il Presidente Napolitano e Company, si ritrovano dunque da oggi a dover affrontare un caso in meno. Un problema in meno. Bene per loro. Non ci penseranno più e non discuteranno più l'argomento "eutanasia".
Evito qualsiasi commento. Sputerei acido allo stato puro.

18 dicembre, 2006

Operazione: Dimissioni e Segregazione

Il resto dei giorni in ospedale è trascorso tra alti e bassi. Di umore e di malori. Le flebo mi sono state tolte già il sabato a causa di una flebite, delizioso regalo di un’infermiera che, smontando alle 7, ha ignorato le mie lamentele per i dolori al braccio. Lamentele che sono proseguite nel pomeriggio, finchè un dottore non ha rilevato la presenza, appunto, di una flebite, e ha ordinato che mi venissero staccati sti tubi dal braccio. Il drenaggio invece l’ho tenuto fino alla domenica pomeriggio. Tolto sto tubo dallo stomaco, i miei movimenti sono leggermente migliorati. E ho finalmente potuto mettermi un paio di mutande. E ho constatato che non avevano bucato il tatuaggio. Per fortuna. Ometto i dettagli riguardanti i “problemi” relativi allo “sblocco” dello stomaco e al suo ritorno alle normali funzioni fisiologiche. Fondamentale. Perché è stato maltrattato durante l’operazione e si voleva escludere un eventuale blocco intestinale. Beh, sempre omettendo i dettagli, dico solo che la sola visione delle “suppostine” che avrei dovuto mettere… solo la visione di quelle che per loro erano suppostine e per me invece erano dei mini sigari… solo la visione mi ha fatto ritrovare la mia regolarità!! Sempre domenica. Al mattino sono riuscito a fumare una sigaretta, grazie a un grande infermiere che, visto che stavo cominciando a sclerale e… ehm ehm… a innervosirmi… ehm ehm… mi ha aperto le porte della saletta infermieri fino a condurmi in una stanza con una bella finestra aperta e un bel posacenere sporco. Quanto mi sono gustato quella sigaretta!!! E non potevo certo mancare di fotografarmi mentre lo facevo. Anche perché così ricorderò non solo emotivamente ma anche visivamente la mia faccia provata e smagrita. Col camice post-operatorio e il drenaggio in mano.
Sempre domenica, al pomeriggio, sono venuti i clown! Non ero in un bel reparto, ero ricoverato in chirurgia oncologica, anche se per fortuna il mio problema non era oncologico. Ho visto… situazioni poco piacevoli. Non tanto da vedere. Gli occhi si possono chiudere. Ma sicuramente da vivere. Per chi le vive. Brutte brutte brutte situazioni. C’è gente che sta veramente male. Ma proprio veramente… E le orecchie non si possono tappare. Sono venuti i clown. Ma di bambini non ce n’erano. Perché i genitori avevano la saggezza di venire a trovare gli ammalati senza i bambini. I ricoverati avrebbero preferito un prete che celebrasse una messa, ai clown. Non perché in punto di morte. Ma per… cultura. Ed età. Io… ho chiacchierato coi clown. Scherzato un po’. E poi li ho fotografati. Preferisco un clown a un prete.
Il lunedì
mattina mi era stato detto che sarei uscito l’indomani. Il lunedì pomeriggio invece mi è stato comunicato che potevo andare via. Serviva il posto letto. Così è. Così sono gli ospedali. Da “meglio un giorno in più che uno in meno”, si è passati a “serve il posto letto”. Così ho raccolto le mie cose e sono andato via. E da allora sono “segregato” in casa. Anche qui, si alternano gli alti e i bassi. Di benessere e di malessere. Di buon umore e di pessimo umore. Ora che scrivo, sono di pessimo umore. Sto cercando di rilassarmi. Ascolto i Doors. In nuova veste. Ho acquistato “Perception”. Un cofanetto con tutti i cd (6) rimasterizzati e accompagnati ognuno da un dvd bonus. Finalmente un buon lavoro. Cd e dvd sono accompagnati oltre che dai brani perfettamente ripuliti senza alterazioni di suono, da tracce bonus audio e video. Quelle video le avevo già. Le foto le avevo già, in parte. Quelle audio anche, in parte. Ma quelle che mi mancavano mi hanno fatto piacere. Mi stanno facendo piacere. E mi fa piacere anche la nitidezza del suono. Bene. Sono riuscito a parlare bene di un’ opera dei Doors post Jim Morrison. Bene. O non sto per niente bene o il cofanetto è davvero ben fatto, stavolta.
Giorni di segregazione. Vero, ciò mi evita il tam-tam e il corri-corri e il tram
busto pre-natalizio. Ma una segregazione così totale più che rilassarmi mi sta facendo esaurire. E il non potermi muovere neanche in casa come vorrei… mi sta facendo esaurire. Dovrei avere più tempo da dedicare a tante piccole cose che solitamente non ho il tempo di fare o sbrigare. E invece… no. Non sto ascoltando tanta musica nuova. Sento parecchia radio. E così ascolto brani come Hey Jude, Il mio canto libero, What’s up, Last Christmas, Buona domenica, Diana, la canzone Elisa-Ligabue (che palle che è diventata, su 50 stazioni radio, la suonano in 70!!), Joe Temerario, With or without you, Nobody’s wife
La televisione continuo a non riuscire a guardarla, se non i Tg. Solo quelli. Ma ho visto una pubblicità che mi ha molto divertito e che molto mi diverte: quella del parmigiano reggiano. Trovo molto allegro e piacevole il motivetto dei Ricchi e Poveri con le parole adattate alla pubblicità. E fumo. Altro che smettere di fumare! Stare a casa a non fare un cazzo, poco ti incita a non fumare. Mi manca un bel sorso di whisky. O una bella birra. Minchia, quanto mi mancano! E vabbè. Questo mi tocca.
Mercoledì vado a togliere finalmente i punti. E avrò modo di chiedere se sti dolori che vanno e vengono, più o meno acuti, sono o siano normali. Ma, soprattutto, uscirò di casa. E da mercoledì in poi spero proprio di poter uscire qualche volta in più. Prima di esaurire del tutto. Ah, ho ascoltato un nuovo cd, che poi non è più nuovissimo. Quello degli (o delle) Scissor Sisters (Ta-Dah). Divertente. Molto. E quindi piacevole. Molto. Allegro. Molto. Spensierato. Molto anni ’70.
Aaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh!!!! Urlo. Liberatorio? No. STO ESAURENDO.

13 dicembre, 2006

Operazione: Secondo Giorno

Venerdì 8 dicembre.
Devo alzarmi, devo alzarmi, devo alzarmi… Ma che cazzo. Un tubo a sinistra che finisce dentro la pancia. Diversi fili sul braccio destro, collegati con varie flebo. Questo è il mio pranzo? Bene. E anche le medicine? Bene. Ho fame, io. E anche dolori…
Non ci posso fare niente, non mi piace, Sofia Loren. Anche quando era giovane. Guardo delle sue foto o dei suoi film e… non mi dice proprio niente di niente. Guardando al passato, guardando al bianco e nero, guardando alle attrici italiane, preferisco di gran lunga Anna Magnani. Ma proprio di gran lunga! Non mi piaceva la Loren da giovane, figuriamoci ora che è in età avanzata. E lo spot della Tim è… odioso. È odiosa. La prenderei a schiaffi.
Ma non mi posso muovere. Non bene, perlomeno. Se provo, mi alzo. Sto trespolo sopra la mia testa mi aiuta a tirarmi su. Raccolto i miei tubi e tubicini e impegno le mie mani con essi. Ma sono già
in piedi. Fa male tutto, che è una bellezza. Sono senza mutande. Con indosso ancora il camice post operatorio. Sto cazzo di tubo di drenaggio che finisce dentro la mia pancia, è stato collocato quasi all’altezza dell’inguine. Non riesco a mettere le mutande. Spero che non abbiano bucato il tatuaggio! Mi incazzerei non poco.
Oggi è l’anniversario della morte di John Lennon. Quanti anni sono trascorsi? 26, se non sbaglio. Sti cazzo di tubi. Dominano in assoluto i miei pensieri. Non riesco a concentrarmi molto sul resto…
Bene bene. Striscio i piedi. Striscio i piedi!! Ho sempre detestato il rumore che produce lo strisci
are i piedi per terra, quando si cammina. E ora sono proprio io l’artefice di questo rumore che mi da fastidio quanto le unghia fatte strisciare su una lavagna. I brividi. Però. Non è male, camminare senza mutande. Ma dovrei farmi legare meglio sto camice alle spalle, per evitare di camminare col culo di fuori. Mi avvicino alla finestra. Oggi niente sole. Faccio un paio di foto. Si vede il Po, da qui. E anche le colline torinesi. E anche il grigiore di Torino.
Lasciate mo
rire Piergiorgio Welby. Per favore, lasciatelo morire. Non si tratta di suicidio. E anche la parola eutanasia è terribile e fuori luogo. Il naturale corso della vita prevede che una persona muoia, quando il suo fisico si distrugge. Il naturale corso della vita non prevede che si venga collegati ad una macchina che ci tiene in vita. Come un jaypad alla Playstation. Lasciatelo morire, perché morrebbe naturalmente, se non fosse collegato a quella cazzo di macchina. Ti collegano ad una macchina senza dirti un cazzo… e non puoi scollegarti da quella macchina perché altrimenti è eutanasia. Che schifo. Lasciatelo morire, cazzo! È questo, il VERO e REALE corso della vita!!!
Okay. Il decorso post operatorio è regolare. Procede tutto bene. I dolori sono normali. Ho subìto un intervento chirurgico “importante”. È normale così. Devo solo stare rilassato. Così dicono i medici. Quei pochi che non sono andati via per il “ponte dell’8 dicembre”.
Oggi, ma l’anno era il 1943, nasceva James Douglas Morrison. Jim, per gli amici. Jim, per tutti noi. Oggi avrebbe 63 anni. Oggi ha 63 anni. Oggi compie 63 anni. Ma oggi non potrò bermi una bottiglia di whisky con lui. Scusami, Jim. Stasera non ci possiamo vedere. Stasera non possiamo dormire insieme. Stasera non “procurare” nessuna donna, per me. E compra solo una bottiglia di whisky per te. Bevine un sorso alla mia salute. Festeggiamo il tuo compleanno appena mi riprendo.
Venerdì 8 dicembre. Oggi è meglio di ieri. Spero solo mi tolgano presto sti cazzo di tubi e fili.
Ah, dimenticavo: sono fortemente contrario all’indulto.

continua...

12 dicembre, 2006

Operazione: Primo Giorno

Sono a casa. Da ieri pomeriggio, sono a casa. La mia ombra è tornata. Il mio corpo… spero di recuperarlo presto. È andato tutto bene. Bene l’operazione, bene la fase post-operatoria. Piano piano, scriverò dei “dettagli”. Che poi sono le cose che più mi rimarranno impresse. Faccio fatica a stare seduto, a causa dei “buchi” che ho in pancia. E a causa del fatto che proprio la pancia è stata soggetto e oggetto dell’operazione. Cammino lento e curvo. Non posso fare sforzi. Non posso fare doccia finchè non mi tolgono i punti. E, riacquistata una certa mobilità e certe forze, non potrò comunque fare sforzi per 3 settimane circa. Finchè cioè i punti interni non si saranno cicatrizzati per bene. Insomma… attualmente sono una specie di semi-infermo. Un semi-uomo. Mi riposerò un po’. Mi scazzerò un po’.

Grazie a tutti quanti hanno chiesto notizie del sottoscritto. Grazie a quanti mi hanno fatto compagnia, in ospedale, via sms. Grazie a quanti stanno leggendo queste parole in questo preciso momento. Accendo una sigaretta. Metto su “Love” dei Beatles e comincio. Comincio a scrivere. E a raccontare.

Giovedì 7 dicembre. Ore 10.10 circa.
Ha fatto la doccia? Sì. Ha messo il disinfettante? Sì. È stato depilato? Sì. Bene. Si spogli e metta questo camice sterile e la cuffietta. Cerchi di far entrare tutti i capelli dentro. Poteva anche fare la barba. L’ho tagliata. Dopo più di due mesi. Adesso non la faccio da quasi una settimana. Non ne avevo voglia. Mica mi devono tagliare la faccia… Ok. Si sdrai e andiamo. La copro io, dobbiamo passare per vari corridoi. Cazzo, ma quanto camminiamo? La sala operatoria è un po’ lontana. Mi date una sigaretta prima di entrare? Scherza? Sì. Stai tranquillo. Sono, tranquillo. So dominare abbastanza bene le mie emozioni. Ma una sigaretta me la fumerei a prescindere. E volentieri. Dai, appena finisci, te la faccio fumare. Non mi prendere per il culo, bastardo! Lo so che ora, dopo avermi scaricato in sala operatoria, andrai a fumare… cazzo, ma quanto abbiamo camminato? Camminato… Loro, hanno camminato. Io sono stato trasportato. Sdraiato. Soffitti. Coperti, scoperti. Soffitti. Tubi, ascensori, porte, corridoi… E così questa è la sala operatoria. Porgo il braccio. Prima flebo inserita. Questa mi addormenta? No. È per tenere la vena pronta. Come ti chiami? Davide. Stai tranquillo. Di nuovo?? Sono, tranquillo. Ecco il dottore. E allora, la zona da operare è questa. Gonfieremo la pancia con del gas ed entreremo in laparoscopia. Un sondino ci farà capire se poter procedere così o se dovremo tagliare nuovamente la cicatrice che ha. Eventualmente, gliela rifaccio. È un po’ bruttarella. Ma stia tranquillo. Sono tranquillo, dottore. Sono in buone mani, no? Meglio elogiarlo prima dell’operazione, no? Eccoci, l’attesa è finita. Ecco la sala operatoria. Grande, però. E diversa, da quelle dei film. Non ho le luci sopra la testa. Mi stanno legando. Ecco l’anestetista. Donna. Come ti chiami? Davide. E tu? Dottoressa non mi ricordo. Dimmi il nome, se avessi bisogno di qualcosa, faccio prima a chiamare un nome, no? Okay. Come va? Bene. Non hai sonno? No. Cioè sì. Ma mi sento solo stordito. Non tagliate ora, eh?? Se anche dovessi chiudere gli occhi, sono sveglio!!! Non ti preoccupare. “Non ti preoccupare”, faceva parte della stessa comitiva di “tranquillo”, “ci penso io”, “fidati”, “lascia fare a me”… e sono morti tutti. E queste cose in testa? Servono a controllare il sonno. Ok. Basta che non leggano il pensiero, dottoressa. Potrebbe leggere cose sconce sul suo conto. Maschera sul viso. Sonno. Buio. Buio completo.
L’orologio sulla parete alla mia sinistra mi dice che sono le 12.35. Il dolore alla pancia mi dice che l’operazione è finita. E anche l’anestesia. Non si dorme più tutto il giorno, con l’anestesia totale. Viene dosata secondo la durata dell’operazione, a piccoli intervalli. Finita l’operazione, ci si sveglia. Cazzo, fa male. Fa un cazzosissimo male!!! Non riesco a muovermi. Troppo dolore. Mi sente nessuno? Sento freddo, ho dolore… Mi sente nessuno? Non riesco ad alzare il tono della voce. La più piccola contrazione addominale mi procura fitte ancora più lancinanti di quelle che già ho. Mi hanno sentito. Ci saranno dei microfoni che consentono di essere sentiti anche da questa stanza isolata? Dolore. Cazzo, mi fa male. Non dica brutte parole. Ma se cazzo fa male, perché cazzo non devo dire che mi fa un enorme cazzo di male???? Le mettiamo una flebo. Sento freddo. Un enorme cazzo di freddo. Le mettiamo una pompa di calore sotto la coperta, va meglio? Il freddo sì. Visto che non c’è bisogno di dire brutte parole? Sto scomodo, il lettino è piccolo e duro. Mi fa male la pancia, la schiena, non riesco a trovare una posizione, è un delirio di dolore! È normale, è l’aria che ha in pancia che fa pressione. Uscirà. Come, quando? Piano piano. Ma il dolore è forte forte. Stia tranquillo. Sono tranquillo!!! Ma fa male. È un’altra cosa, cazzo. Mi hanno tagliato? Ecco il dottore. Tutto a posto. Siamo riusciti a non tagliarla. L’operazione è andata bene, ma abbiamo dovuto fare un bel po’ di pulizia. Addirittura aveva il colon attaccato alla parete addominale. Ora starà meglio. Starò. E ora? Lasci agire l’antidolorifico. E metterlo prima, no? Dolore. Scomodo. Ora la riportiamo su in stanza. Di nuovo il giro turistico dell’ospedale? Ok. Va meglio. Fa male, ma va meglio. Non mi piace lamentarmi. Sopporto abbastanza bene il dolore. Ma se mi lamento vuol dire che è proprio a livelli… altissimi. Ora è bestiale, ma riesco a trattenere. A non lamentarmi. Ehi, non dovevi farmi fumare una sigaretta, tu? Accendi, dai… cazzo, è scomodo, qui. Dobbiamo per forza passare tra i corridoi pieni di gente? Minchia, mi devono vedere con sta faccia? Stanza. C’è il sole. Pensa un po’. Che ora è? L’una e mezza. Okay, sto letto è più comodo. Qui non fa più male la schiena. E sto tubo? Cazzo, il drenaggio no! E invece sì, abbiamo dovuto mettere un liquido per ripulire tutto quanto, dentro la sua pancia. E per evitare che si formino nuove aderenze. Sarebbe il colmo! Mi operate di aderenze, farne formare subito delle altre, sarebbe il colmo! E quindi si tenga il drenaggio. Un paio di giorni. Cazzo. Non posso girarmi. A sinistra, all’altezza dell’inguine, un tubo che fuoriesce dal mio corpo per raccogliere sangue e liquido in una sacca. A destra e al centro della pancia i buchi attraverso i quali hanno operato con i loro tubicini tecnologici. Che non mi hanno tagliato. Ma che mi hanno sminchiato. Dolore. Se avesse lo stimolo di “fare aria”, la lasci andare pure. Cazzo, io sento tutta sta cazzo di aria che si muove dentro il mio stomaco. Ma non riesco a buttarla fuori, se contraggo lo stomaco, il dolore torna altissimo. Okay. In questo letto sto più comodo. Piego un po’ le gambe, e sto ancora meglio. Ma devo stare a pancia all’aria. Non posso girarmi. Per uno abituato a dormire a pancia sotto, il massimo della tortura. Ma adesso sopporto. Non sono abituato a lamentarmi.


Continua...

03 dicembre, 2006

Operazione?

Avrei dovuto e voluto scrivere qualcosa che si intitolasse tipo: “Greatest Hits, Best Of, Collection e… e che cazzo!”, riferito alle innumerevoli e incontabili ed eccessive raccolte che per ora circolano: U2, Beatles, Elisa, De Gregori, Kravitz, Depeche Mode, Callas, Vasco, Battisti-Panella, The Doors, Celentano, Moby, Dalla, Fabi, Paoli, Giorgia, Mina, Guns'n'Roses, Venditti… e ancora potrei continuare. Ma non mi va. Raccolte o greatest hits spesso e volentieri doppi o doppie. Ancora più spesso, ultimamente, addirittura tripli o triple. E sempre più “platinum collection”. E sempre più e che palle!! Una raccolta ogni tanto, vada pure. Ma una raccolta ogni spesso, è troppo. Anche per i più accaniti fans e i più accaniti collezionisti. Sempre più soldi. Troppi. Per le medesime canzoni. Dei medesimi artisti...
Di questo, avrei voluto scrivere. E invece… e invece no. Sono oggi in “libera uscita” dall’Ospedale Molinette. Reparto Chirurgia generale. Vi sono entrato mercoledì 29 novembre. All’improvviso. Ero andato in mattinata a passare una visita per dei dolori addominali che da qualche mese mi attanagliavano, con alti e bassi. Ma comunque sempre presenti da circa 3 mesi. Ogni giorno. Ho fatto un’infinità di esami. Tutto ok. Niente “cose brutte”. Fegato, pancreas e tutto il resto stanno benissimo. Bene. Ma i dolori c’erano. Ogni giorno. Ogni esame escludeva qualcosa, fino a far sì che l’ultima ipotesi fossero delle “aderenze”. L'ultima, visto che hanno anche pensato che fossi solamente "paranoico" o "mezzo pazzo", essendo tutti gli esami ok, facendomi ingurgitare inutilmente degli ansiolitici... Aderenze. Ho in pancia una bella cicatrice di 9 punti causata da un’operazione di appendicite in fase di peritonite acuta, all’età di 12 anni. Bene. ‘Sta bella cicatrice, oltre che decisamente antiestetica, ha deciso di creare delle “ramificazioni” interne, che si sono attaccate allo stomaco, appiccicando delle “anse” (curve dell’intestino, ndr), ad essa. Questo in termini spiccioli e comprensibili. A detta del dottore che mi ha visitato, l’intervento chirurgico era inevitabile. Ero già stato inserito nelle “liste d’attesa”. 6 mesi circa (più o meno) da dover attendere per l’intervento. Se non fosse stato che… Quella che doveva essere un’infiltrazione antidolorifica che mi hanno iniettato sulla cicatrice, non si è invece trasformata in causa di dolori lancinanti e terribili. Mai provato un dolore del genere in vita mia. Mai. Mai!!! Praticamente, essendo le anse attaccate alla cicatrice, mi hanno quasi bucato una di queste. Il dolore atroce è stato dunque causato dall'ago che mi ha direttamente punto lo stomaco! E così… pronto soccorso, esami urgenti, ricovero, osservazione, flebo, digiuno, ancora osservazione… e lista d’attesa probabilmente saltata. Probabilmente. Ma non sicuramente. “La medicina non è la matematica”, mi è stato detto. Forse giovedì, o forse prima, o forse dopo, o forse tra 2 mesi o forse rientrando nelle liste d’attesa, subirò l’intervento chirurgico. Forse in laparoscopia, se possibile. Il dolore che mi hanno provocato e il “danno” che hanno seriamente sfiorato (che comunque, seppur limitato e moltissimamente doloroso, c'è stato), li ha un po’ messi in agitazione. A questo punto sto premendo e pressando affinché mi operino adesso che sono già in ospedale. Almeno risolvo il problema ed elimino il dolore. Vedremo. Intanto… vivo all’interno della Sanità. Bella Sanità, Mala Sanità… vedremo. Intanto, sto in una stanza piccolissima dove siamo in 3. Io sono il più giovane. Forse anche di tutta la corsia (e vedi che culo!). Le condizioni igieniche sono schifose. Anzi: le condizioni igieniche sono penose. Pulire quel bagno di per sé insulso e ridicolo solo una volta al giorno, considerate le condizioni fisiche di alcuni malati, è troppo poco. Questo permesso di 24 ore che sono riuscito ad ottenere l'ho fortemente voluto proprio per poter andare a casa a lavarmi in maniera decente. Ho fatto doccia e shampoo. Finalmente. Una lughissima, doccia con shampoo! (mai goduto così tanto, da solo, e fisicamente, sotto la doccia!!!). Non posso commentare il cibo, visto che io mi nutro di flebo e, quando mi sono concessi, di brodini. Posso commentare invece con fragorose risate e ironiche parole lo stuolo meraviglioso di dottori che entrano ed escono dalle stanze quando, a fare le visite, sono i professori o i dottori più affermati. Atteggiamenti seriosi e seri, braccia congiunte, spesso con una mano che si gratta il mento, sorrisi falsi, cordialità estrema nei confronti del magnifico di turno, termini quanto più tecnici possibili… Ridicolo. Tutt’altro invece posso dire e scrivere riguardo il personale infermieristico, sempre gentile e disponibile (oops, quasi sempre). E sicuramente più umile del personale “dottoristico”.
Bene. Questa è la situazione. E, di conseguenza, non so per quanto tempo
starò e sarò assente dal mondo di internet. SE mi operano e SE va tutto bene (“la medicina non è la matematica”), magari a metà dicembre sarò definitivamente libero, senza condizionale. Poi… chissà. Potrei essere dimesso da operato che è andato tutto bene, potrei essere dimesso da operato che non è andato tutto bene e quindi è stato ricoverato più tempo del previsto, potrei essere dimesso senza essere stato operato e quindi incazzato e in lista d’attesa… Vedremo. E racconterò.
Intanto, un saluto a tutti i miei pochi ma buoni lettori. Tra 10 ore dalla pubblicazione di questo post, sarò di nuovo "dentro" (sigh, sigh e umpf). Se dovessi rimanere assente più tempo del previsto (che poi, previsto da chi, visto che la medicina non è la matematica?), potete chiedere mie notizie al mio fratellino Foolys che, da gran bravo fratellino, mentre ero in ospedale mi mandava mms con immagini del concerto dei Muse a Roma… (quanto avrei voluto che non fosse mio fratello, per offendere pesantemente la sua mamma!!!). Chiedete pure a lui. E se non volete chiedere, voi che avete la mamma diversa dalla sua, insultatelo pure! E se poi volete chiedergli il mio numero di telefono, azzardate pure. Non si dovrebbero poter usare i telefonini, ma… si usano, si usano. A differenza delle sigarette. Sarà una buona occasione per smettere di fumare o quantomeno diminuire? Vedremo anche questo.
Intanto… un arrivederci a tutti. Sperando che la medicina non sia poi TROPPO diversa dalla matematica…………………………..