E ritorniamo a parlare di musica…
Marilyn Manson - Eat Me Drink Me. Dimentichiamo per un attimo che si tratta del Reverendo, dell’AntiCristo, etc etc. Anche perché stavolta problematiche sociali e politiche sono lasciate fuori dal disco in questione. Sembra strano, ma in questo disco l’argomento predominante è l’amore. Certo, l’amore visto dal punto di vista di Marilyn Manson. Che afferma che la mutilazione è la più grande dimostrazione d’amore che possa esistere ("Mutilation is the Most Sincere Form of Flattery”). Omaggi per molti scrittori, in testa a tutti Lewis Carroll, autore di “Alice nel Paese delle Meraviglie” (“Are You the Rabbit”). I suoni sono potentemente rock, il che non dispiace. La voce è meno profonda del solito, il che non dispiace. E si incontrano anche inusuali ballate lente (“Just a Car Crash”). Ritengo il disco un buon disco. Il cui ascolto non dispiace, anzi. L’importante è cercare di ascoltare un cantante di nome Marilyn Manson, e non il Reverendo o l’AntiCristo…
Manic Street Preachers - Send Away The Tigers. Ritmi decisamente più pacati. È quello che io continuo a definire, a modo mio, “rock da college”. Che non vuol dire di scarsa qualità, ma di leggerezza dei testi e di atmosfere da balli di gruppo e cocktail “bombati” con vodka aggiunta di nascosto ai cocktail già pronti. Le chitarre elettriche predominano, senza mai esagerare. Senza mai evitare assolo pacati ed equilibrati. Io li inviterei volentieri a suonare ad una mia festa. Il divertimento non mancherebbe. E, non potendo organizzare nessuna festa, mi diverto ad ascoltare la loro musica. Spensierata. Gradevole. Il loro singolo "Your Love Alone is not Enough", cantato in compagnia di Nina Persson dei Cardigans, farà da sottofondo al mio blog fino a pubblicazione di nuovo post. Salvo clamorose proteste o denunce...
Bjork – Volta. Ho letto recensioni che parlavano di un album pop. Ma come si fa a definire Bjork un’artista pop?? E come si fa a definire questo disco pop??? Certo, molti suoni sperimentali sono stati momentaneamente archiviati dall’artista islandese più famosa al mondo. Ma siamo ben lontani dal pop. In “Volta” incontriamo suoni tribali, suoni dance, suoni hip-hop e suoni trip-hop. Ma non ne trovo proprio nessuno che si avvicini al pop. La caratteristica di Bjork comunque rimane quella della ricerca di suoni e voci e accoppiate di suoni e voci ben curate e definite e rifinite. “Wanderlust” richiama finalmente melodie vicine ad album come “Post”. E in “The Dull Flame Of Destre” si diverte a duettare con Anthony, drag queen lanciata da Lou Reed, che col suo vocione contrasta divinamente la voce quasi soffiata di Bjork, in questa canzone. “Pneumonia” è invece un duetto con una sorta di corno medioevale. Splendidamente “soffice”. Non basta un solo ascolto per apprezzare o disprezzare questo disco. Ho dovuto ascoltarlo per quasi due mesi, prima di poterne tracciare un pensiero ed un commento. C’erano volte in cui il mio stato d’animo mi portava a staccare dopo sole due canzoni, c’era quando lo ascoltavo indifferentemente. Adesso ne godo appieno.
Dolores O'Riordan - Are You Listening. L’ex Cranberries torna a cantare dopo un lungo periodo di silenzio. E lo fa con un disco solista. “Ordinary Day” risuona già da parecchio tempo su tutte le stazioni radio. I suoni melodici pop (in questo caso, sì!). Tutto il disco ruota intorno a queste melodie. Piacevole senz’altro. Ma sicuramente non indimenticabile come “No Need to Argue” dei Cranberries. Alcune melodie cercano di richiamare quelle atmosfere, tipo “When We Were Young” o “Stay With Me”. Ma la qualità non è quella. Non è nemmeno malvagia, attenzione. Perché il disco scorre piacevolmente, anche e soprattutto grazie alla voce della O'Riordan. Diciamo che dovendo dare una valutazione il 7 sarebbe completamente meritato. Il fatto è che sembrerà sempre un insuccesso, rispetto al 9 di “No Need to Argue”. Ma la ragazza ha carisma e carattere. Vale la pena continuare a seguirla…
Natasha Bedingfield – NB. Sembra un clone di Joss Stone. Ma c’è anche un po’ si Corinne Bailey Rae. È indiscutibilmente carina. E quando l’aspetto fisico risalta sull’aspetto musicale, beh… è quasi tutto detto. Comunque non è un disco da buttare via subito. Si può “spremere” qualche mese, prima di passarlo ed archiviarlo nel dimenticatoio. Anche perché, per chi ascolta la radio, ci farà sicuramente compagnia durante tutta l’estate.Tori Amos – American Doll Posse. Beh. 23 canzoni. Una diversa dall’altra. Dalla malinconia all’umorismo alla sobrietà alla grande, grandissima musica.
Signori e Signore: l’ultimo disco di Tori Amos. Niente parole. Sarebbero solo superflue. Buon ascolto a tutti. Questo post è dedicato a Donatella, venuta fuori dal mio passato non come il solito fantasma, bensì come un’ombra che mano a mano ha acquisito contorni sempre più reali. Riportando la mia mente e le mie sensazioni a quando avevo la metà degli anni che ho oggi. Giorni in cui il mio sogno era quello di diventare un poeta o uno scrittore… E quindi giorni in cui scrivevo parecchio. In qualsiasi circostanza e momento. Giorni in cui i computer non erano così diffusi, e scrivevo su quaderni, libri, banchi, muri, tovaglioli, mani... Giorni di timidezze e di ingenuità. Giorni in cui la cattiveria era ancora ben lontana dal mio spirito… Giorni verso i quali vorrei tornare. Intanto, torno a scrivere…
Un’ultima cosa. Cercando riferimenti riguardanti il mio nome e il mio blog, ho trovato qui ques’articolo… Beh, vedere il mio nome affiancato a quello di grandi riviste e di grandi critici musicali, mi ha messo in bocca proprio un gran bel sorriso.